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ABOUT

Biografia

I Def Leppard sono un gruppo hard & heavybritannico formatosi nel 1977 e diventato tra i più famosi ed influenti all'interno della corrente New Wave Of British Heavy Metal a cavallo tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli ottanta. Ottennero un successo planetario soprattutto nel periodo dal 1983 al 1987. Esordirono all'interno della NWOBHM con un classico heavy metal in stile britannico per poi spostarsi su un hair/pop metal con marcati elementi melodici e AOR. Il loro stile musicale gli ha consentito di vendere oltre 65 milioni di album in tutto il mondo in oltre 30 anni di carriera, divenendo tra gli esponenti più rappresentativi dello stesso pop metal grazie a dischi come Pyromania (1983) e Hysteria (1987). La loro musica divenne un riferimento soprattutto per la scena heavy metal statunitense, più vicina alla melodia e agli elementi AOR.

Il nucleo dei Def Leppard si formò nel 1977 sotto il nome di "Atomic Mass" presso la Tapton School di Sheffield, da parte di alcuni studenti della scuola: Rick Savage (basso elettrico), Pete Willis (chitarra) e Tony Kenning (batteria). Dopo la fondazione, gli Atomic Mass si misero alla ricerca di un secondo chitarrista e audizionarono Joe Elliott, tuttavia non furono convinti della sua prestazione chitarristica e nonostante ciò, Elliott fu scelto come cantante del gruppo.

Fu lui a proporre il nome def leppard, che vorrebbe essere una contrazione fonetica di deaf leopard (leopardo sordo). Dopo aver trovato un piccolo posto dove suonare in una vecchia fabbrica di posate, i Def Leppard assunsero un secondo chitarrista, Steve Clark, nel gennaio 1978, dopodiché si dedicarono esclusivamente alla musica. Nel novembre dello stesso anno il complesso completò il loro primo disco: un EP contenente tre pezzi originali. Durante le amatoriali sessioni di registrazione di questo disco, Kenning lasciò il gruppo e fu sostituito temporaneamente da Frank Noon. Subito dopo però fu sostituito anch'egli da un batterista stabile, Rick Allen, all'epoca un ragazzino di quindici anni. Nel 1982 Noon raggiunse la band dell'ex bassista degli UFO Pete Way chiamata Waysted.

Nel frattempo i Def Leppard pubblicarono a proprie spese il loro EP, il cui successo fu inaspettato, anche grazie al fatto che la traccia "Rocks Off" fu trasmessa e sponsorizzata da un famoso dj della BBC, John Peel. Verso il 1979, la fama del gruppo crebbe, e i Leppard cominciarono ad essere considerati tra i gruppi più promettenti della New Wave of British Heavy Metal. La loro crescente popolarità li portò a firmare un contratto con una major discografica, la Phonogram/Vertigo, specializzata in musica heavy metal, e chiamata negli USA Mercury Records. Era l'inizio del successo.

Il 14 marzo 1980 fu rilasciato l'album d'esordio del gruppo On Through the Night, album che ebbe un ottimo successo nel Regno Unito, arrivando alla posizioni n.15 degli album più venduti, e con il quale il gruppo tentò anche di sfondare negli USA. Basti ascoltare la canzone "Hello America", o notare che dopo la pubblicazione dell'album i Leppard si gettarono in una serie di tour promozionali soprattutto negli States (aprendo concerti di Pat Travers, AC/DC e Ted Nugent).

Per produrre il secondo album, i componenti assoldarono Robert Lange (forte del lavoro con gli AC/DC). Da questa collaborazione nacque High'n'Dry, pubblicato l'11 luglio 1981. Nonostante il meticoloso lavoro di Lange che aveva aiutato molto i Leppard a sviluppare il proprio sound, l'album non ottenne vendite eccezionali, ma il video di "Bringin' on the Heartbreak" fu uno dei videoclip heavy metal più trasmessi in assoluto da MTV.

In questo stesso periodo lo storico chitarrista Pete Willis fu cacciato a causa di un eccessivo abuso di alcool, e venne sostituito da Phil Collen. Con questa formazione il gruppo si mise al lavoro per Pyromania, il terzo album, pubblicato il 20 gennaio 1983 e ancora prodotto da Lange. L'album, capitanato dal singolo "Photograph", ebbe ovunque un grande successo e portò il singolo a scalzare "Beat It" di Michael Jackson al primo posto tra i video più trasmessi da MTV. Entro il 1983 Pyromania arrivò a raggiungere i 6 milioni di copie vendute, grazie anche ad altri singoli trainanti come "Rock of Ages" e "Foolin", e quell'anno fu seconda nell vendite solo a Thriller. Durante la tourneè promozionale di Pyromania i Def Leppard aprirono a Billy Squier ed conclusero la serie di concerti con il ruolo di headliner al Jack Murphy Stadium di San Diego. In questo periodo i Leppard erano popolarissimi negli Stati Uniti, a livello di gruppi come Rolling Stones e AC/DC, ma paradossalmente lo erano ancora poco nel loro paese natio, la Gran Bretagna. Fu solo l'album successivo che li avrebbe consegnati alla storia come una delle rock band più famose di tutti i tempi.

Nel febbraio 1984 la band si spostò a Dublino per realizzare il seguito di Pyromania. Lange volle inizialmente partecipare alle sessioni di stesura delle canzoni, ma rinunciò poi dedicandosi esclusivamente alla produzione, poiché era spossato dal continuo lavoro produttivo, musicale e promozionale nelle tourneè per il gruppo. Al posto suo, il gruppo si avvalse della collaborazione di Jim Steinman.

Ma il 31 dicembre 1984 Rick Allen subì un gravissimo incidente d'auto, che costrinse i Leppard a fermare ogni lavoro per la realizzazione del nuovo disco. Disgraziatamente, in seguito a questo incidente Allen dovette subire l'amputazione del braccio sinistro e non poté più suonare come prima. Commossi e scioccati, i Leppard non vollero tuttavia licenziarlo, e da quel momento il batterista strinse un patto con la Simmons per la produzione di batterie elettroniche, inoltre comincerà ad incrementare l'uso delle gambe, che svolsero in parte il lavoro delle braccia. Infine, il suo trionfante ritorno nel gruppo fu celebrato nel 1986 al Monsters of Rock di Donington Park, una delle esibizioni più memorabili del gruppo.

Finalmente, il 3 agosto 1987, fu rilasciato l'album tanto atteso, Hysteria. L'album fu il primo ad ottenere un successo enorme nel Regno Unito, dove raggiunse istantaneamente la vetta; negli Stati Uniti invece, il successo fu relativamente basso se confrontato a quello di Pyromania, fino alla pubblicazione del singolo "Pour Some Sugar On Me", che debuttò alla posizione no. 2. Il successivo singolo "Love Bites", rilasciato in ottobre, fu il primo (e l'unico fino ad oggi) a sfondare la classifica e ad approdare in vetta alla posizione no. 1 di Billboard. Nel 1989, invece, la posizione no. 5 fu conquistata da "Armageddon It".

Hysteria si rivelò quindi uno degli album più importanti e di maggior successo di tutta la storia del rock: è il terzo album nella storia del rock per numero di singoli che hanno scalato le chart, rimase in classifica per tre anni e vendette oltre 18 milioni di copie in tutto il mondo.

Dopo questo mastodontico successo, il gruppo si rimise al lavoro prontamente per realizzare al più presto un quinto album. Ma i problemi di alcolismo di Steve Clark lo spinsero ad iniziare un programma di riabilitazione, abbandonandolo e riprendendolo più volte. La band dovette proseguire il lavoro, ignara della disgrazia che si preparava a colpire tutti i componenti. Clark non vide mai completato il lavoro al quale i Def Leppard si prodigavano in questo periodo: egli morì l'8 gennaio 1991, stroncato da un miscuglio di anti-depressivi, analgesici e alcool. I componenti del gruppo decisero tuttavia di continuare almeno fino alla realizzazione dell'album successivo, facendo registrare a Collen anche le parti di chitarra di Clark.

Il 31 marzo 1992, venne così pubblicato Adrenalize. Il disco debuttò al primo posto sia nelle chart americane che in quelle inglesi, rimanendovi per 5 settimane. "Let's Get Rocked" fu estratto come primo singolo. Il suo videoclip vinse il premio come migliore dell'anno agli MTV Video Music Awards 1992. Poco dopo fu assunto come chitarrista stabile in sostituzione di Clark Vivian Campbell, che debuttò con il gruppo durante il concerto tributo per Freddie Mercury.

Forti di 6 nuovi fortunati singoli e di 7 milioni di copie vendute con Adrenalize i Leppard si gettarono in un nuovo tour mondiale. In questo periodo il gruppo cominciò ad essere influenzato dal grunge e dall'alternative rock, che avevano ottenuto il massimo apice in quel periodo grazie alla pubblicazione di dischi storici come Nevermind dei Nirvana, Ten dei Pearl Jam e Badmotorfinger dei Soundgarden. Nell'ottobre 1993 uscì Retro active che grazie a 2 singoli portanti vendette rapidamente 3 milioni di copie. Nel 1995 la band decise di pubblicare la sua prima raccolta, che, dal 1980 al 1995, raccoglie quindici anni di carriera dei Def Leppard. Essa vendette in tutto il mondo oltre 8 milioni di copie.

Il 23 ottobre 1995 i Def Leppard entrarono nel Guinness dei primati, per essere riusciti a suonare ben tre concerti in un unico giorno in tre continenti diversi (Tangiers, Marocco, Londra, Inghilterra e Vancouver, Canada). Nel 1996 fu pubblicato un nuovo album, Slang. Esso segnò un drastico cambiamento con sonorità e testi oscuri e un avvicinamento all'alternative rock. Negli USA le vendite del disco e il seguente tour furono un flop rispetto a tutti gli album precedenti, tuttavia il Q Magazine volle indicare Slang come il miglior album rock del 1996.

Nel 1998 l'emittente televisiva VH1 ha parlato dei Def Leppard in una delle prime puntate della sua trasmissione Behind the Music. Approfittando del nuovo momento di grazia, il gruppo decise di tornare al suo stile classico pubblicando, nel 1999, Euphoria. Il primo singolo, Promises, rivide il gruppo collaborare con Robert Lange, e rimase in testa alle chart statunitensi per 3 settimane. Il disco, che annunciò il fortunato ritorno della band al suo stile primordiale, fu certificato come disco d'oro in Canada e negli States.

Il 5 settembre 2000 il gruppo è stato introdotto nella Rock Walk of Fame di Hollywood dal loro amico Brian May. Nel 2001, la VH1 ha prodotto Hysteria – The Def Leppard History, un documentario con veri e propri attori incentrato sulla storia del gruppo. Nel frattempo Elliott e Collen hanno seguito un progetto parallelo, gli "Spiders from Mars" (ex band di David Bowie) esibendosi in live più volte. Il decimo album del gruppo intitolato X è uscito nel 2002. Ricevendo inizialmente buone vendite e recensioni positive, è poi sparito dalle chart dimostrandosi il meno duraturo della carriera dei Def Leppard. Nell'ottobre 2004 la band ha pubblicato il suo primo best of, e nello stesso anno ha partecipato al Live 8.

È la volta di Yeah!, pubblicato nel 2006, è una raccolta di cover di classici rock anni ‘60, come David Bowie, Blondie, The Kinks, T-Rex e Thin Lizzy.

Nell'aprile 2008 viene pubblicato l'album Songs from the Sparkle Lounge, l'undicesimo album in studio. Il disco ricorda le sonorità tipiche della band nonostante sia in chiave più moderna con sonorità attuali. È un buon album, ben arrangiato e ricco di spunti interessanti con vari legami con gli album del passato. Il primo singolo Nine Lives vede la partecipazione del cantante country Tim McGraw.

Durante un'intervista del febbraio 2011, Joe Elliott annuncia un nuovo album live intitolato Mirrorball, previsto per l'estate. Il disco, oltre alle versioni dal vivo di hit storiche come Rock of Ages, Hysteria e Pour Some Sugar On Me, prevede tre canzoni inedite composte tra il 2008 e il 2009. Mirrorball verrà presentato nel corso del nuovo tour americano della band, che partità il 15 giugno da West Palm Beach.

Def Leppard World - Discography

Link: http://www.mtv.it/musica/artisti/def-leppard/g74wan

DEF LEPPARD: storia del rock

Gruppo rock, heavy e pop, iniziano nel 1980, britannici, ispirati in quel periodo dalla musica metal, riescono a distinguersi per le loro performance dal vivo, notevoli successi sono da attribuire alle loro apparizioni in molte tournee. Il gruppo tecnicamente avanti e nonostante l’handicap del battrista che suona solo con un braccio, a causa di un incidente con la sua auto nei pressi di Sheffield. Spesso nelle tornee si affiancano ai gruppi come gli AC/DC e Ted Nugent. Il disco Pyromania diventa un best seller negli USA ma il miglior successo arriva con Photograph con 7 milioni ci copie vendute.

Formazione
Attuale

* Joe Elliott – voce (1977-presente)
* Phil Collen – chitarra, voce (1982-presente)
* Vivian Campbell – chitarra, voce (1992-presente)
* Rick Savage – basso, voce (1977-presente)
* Rick Allen – batteria (1978-presente)

Ex componenti

* Pete Willis – chitarra (1977-1982)
* Tony Kenning – batteria (1977-1978)
* Frank Noon – batteria (“Def Leppard EP” sessions, 1978)
* Steve Clark – chitarra, voce (1977-1991) 

Discografia 

In Studio 

* On Through the Night (1980)
* High’n'Dry (1981)
* Pyromania (1983)
* Hysteria (1987)
* Adrenalize (1992)
* Retro active (1993)
* Slang (1996)
* Euphoria (1999)
* X (2002)
* Yeah! (2006)
* Songs from the Sparkle Lounge (2008)

* Def Leppard (2015)

Raccolte
* First Strike (1985)
* Mega Edition (1994)
* Vault (1995)
* Best Of (2004)
* Rock of Ages: The Definitive Collection (2005) 

* Hysteria/Adrenalize (2009)

EP

* 1979 – The Def Leppard E.P.

* 1993 – Live: In the Clubs, in Your Face

Album dal vivo

* 2011 – Mirrorball: Live & More

* 2013 – Viva! Hysteria

Singoli

* 1979 – Wasted
* 1980 – Hello America
* 1980 – Rock Brigade
* 1981 – Let It Go
* 1981 – Bringin’ On The Heartbreak
* 1983 – Photograph
* 1983 – Rock of Ages
* 1983 – Foolin’
* 1983 – Too Late For Love
* 1987 – Hysteria
* 1987 – Animal
* 1987 – Women
* 1988 – Armageddon It
* 1988 – Love Bites
* 1988 – Pour Some Sugar On Me
* 1989 – Rocket
* 1992 – Interview with Joe Elliott of Def Leppard
* 1992 – Promo 1992
* 1992 – Let’s Get Rocked
* 1992 – Make Love Like A Man
* 1992 – Have You Ever Needed Someone So Bad
* 1992 – Stand Up (Kick Love Into Motion)
* 1993 – Heaven Is
* 1993 – Tonight
* 1993 – Two Steps Behind
* 1993 – Miss You In A Heartbeat
* 1994 – Action
* 1995 – When Love And Hate Collide
* 1996 – Slang
* 1996 – Work It Out
* 1996 – All I Want Is Everything
* 1996 – Breathe A Sigh
* 1999 – Promises
* 1999 – Back In Your Face
* 1999 – Goodbye
* 2002 – Now
* 2003 – Long Long Way To Go

Album tributo

* 2000 – Tributized: Tribute to Def Leppard
* 2000 – Leppardmania: A Tribute to Def Leppard
* 2005 – Pickin’ on Def Leppard: A Bluegrass Tribute
* 2005 – Gatophobia: A Tribute to Def Leppard

Link: http://saperedituttounpo.myblog.it/2009/07/27/def-leppard-storia-del-rock/

Def Leppard formazione precedente e attuale.

April 1992 – present

  • Rick Savage – bass, backing vocals, additional guitar, additional keyboards

  • Joe Elliott - lead vocals, additional guitar, additional keyboards

  • Rick Allen – drums

  • Phil Collen – guitar, backing vocals

  • Vivian Campbell – guitar, backing vocals

Ex componenti
Attuale
Stephen "Steve" Maynard Clark (Sheffield23 aprile 1960 – Londra8 gennaio 1991

29 January 1978 – 18 November 1978

  • Tony Kenning - drums

  • Rick Savage - bass, backing vocals

  • Pete Willis - guitar, backing vocals

  • Joe Elliott - lead vocals

  • Steve Clark - guitar, backing vocals

SCHEDA DEF LEPPARD 
Ottobre 2002 

A cura di GIOVANNI "Animal" SALATI

Provenienti da Sheffield (Inghilterra settentrionale) e formatisi durante la seconda metà degli anni settanta, gli Atomic Mass annoveravano nei propri ranghi il chitarrista Pete Willis, il batterista Tony Kenning ed il bassista Rick Savage. Nel 1977 si unì a loro, in qualità di lead singer, il vocalist Joe Elliot, il quale convinse il resto della band a mutare il proprio nome prima in Def Leopard e poi in Def Leppard. Verificate le non eccelse qualità strumentali/esecutive di Willis, la band gli affiancò il chitarrista Steve Clark, mentre nel corso del 1978, visto il suo scarso rendimento, Tony Kenning venne licenziato. Fu Frank Noon, infatti, a registrare, dietro le pelli, l’autoprodotto E.P. di debutto, per poi venir, di lì a poco, sostituito dall’ex-Rampant Rick Allen. L’E.P. di cui appena sopra riscosse un successo underground sufficientemente consistente da aprire alla band le porte del contratto discografico e l’esordio dei Nostri sulla lunga distanza ne inaugurò la carriera nel migliore dei modi possibili, o quasi. 

“On Through The Night” (1980) è, infatti, un album estremamente interessante: posizionato sul versante più melodico e più “americano” dell’allora esplosiva “New Wave Of British Heavy Metal”, il disco, tiepidamente accolto in patria, fece letteralmente faville negli Stati Uniti grazie ad una serie di pezzi duri, melodici e “ruffianamente immediati” come “Hello America”, “Satellite”, “Wasted” e “Rocks Off”. Il successore di un primo passo discografico così valido e così commercialmente fortunato uscì l’anno seguente e prese il nome di “High’N’Dry” (1981). Non travolgente come “On…”, “High…” è , in ogni caso, un album validissimo la cui spiccata vena in stile AC/DC, ancora una volta non particolarmente apprezzata in patria, garantì però loro, sulla scorta delle “quadrate” “High’N’Dry (Saturday Night)” e “You Got Me Running”, un’affermazione statunitense importante, anche e soprattutto dal punto di vista commerciale. 

Il quasi perennemente ubriaco Willis venne, di lì a poco, licenziato in tronco ed il suo posto passò all’ex-Girl Phil Collen con il quale, due anni dopo, la band diede alle stampe il terzo capitolo “full-length” della propria storia. “Pyromania” (1983), questo il nome dell’album in questione, rappresenta un momento assolutamente fondamentale per i Def Leppard, sotto ogni punto di vista: vendite, qualità della musica e direzione sonora. Per quanto concerne le prime, basti sapere che, nel corso del 1983, i Nostri, negli U.S.A., vendettero meno, e la differenza, ancor più sorprendentemente, risultò di poco conto, solo del Michael Jackson di “Thriller”. Per ciò che riguarda la seconda e la terza, siamo di fronte ad un “pop/metal” di classe enorme: ricco di hit singles (tra le altre, vi cito “Photograph”, dedicata a Marilyn Monroe, “Rock Of Ages” e “Hunt The Hunter”), maniacale nella scelta del suono ed arricchito da arrangiamenti di amplissimo respiro. 

La gestazione del successore di un simile capolavoro, dopo la conclusione di un importante tour mondiale, fu estremamente travagliata: all’obbiettiva difficoltà di “bissare”, qualitativamente parlando, la pregevolissima fattura di “Pyromania”, si aggiunse la tragedia che colpì il batterista Rick Allen il quale, in seguito ad un incidente automobilistico, perse il braccio sinistro. Dando prova di un estremamente commovente spirito di squadra, i Def Leppard aspettarono il recupero del compagno d’avventura e fecero in modo che gli venisse appositamente costruita una batteria speciale che, una ristabilitosi Rick , lo rese nuovamente in grado di poter suonare ai livelli precedenti quel terribile avvenimento. Questi, dunque, i motivi in base ai quali “Hysteria”, questo il nome di quello che, allora, era il nuovo album della band, si affacciò sul mercato solo nel 1987. I quattro, lunghissimi, anni di attesa, però, nulla sembrarono, o quasi, in confronto al valore del nuovo “full-length”. Commercialmente fortunatissimo (16 milioni di copie vendute nel mondo, delle quali 12 nei soli Stati Uniti), “Hysteria” è, infatti, un disco raffinatissimo, prodotto in maniera “stellare”e traboccante di singoli da alta classifica: le “ultra-radiofoniche” “Animal” e “Hysteria”, la “quadrata” “Pour Some Sugar On Me” , la languida ballad “Love Bites”, le suadenti “Armageddon It”, “Gods Of War” e “Are You Excitable ?”, nonché la pimpante “Run Riot”. Il dopo-“Hysteria”, purtroppo però, non sarà molto meno complicato del dopo-“Pyromania”. 

Terminato un estesissimo tour mondiale, i Def Leppard cominciarono a lavorare al nuovo album durante il mese di ottobre del 1988 ma, oltre agli ormai pienamente consolidatisi lunghi tempi lavorativi della band, si aggiunse, come ulteriore “fattore di ritardo”, un’altra tragedia. L’8-1-1991, infatti, il chitarrista Steve Clark venne trovato morto, ucciso da una combinazione, letale, per l’appunto, fatta di ingenti quantità di alcool unite agli antidolorifici prescrittigli dal medico contro i postumi di una recente frattura a tre costole. Rimpiazzato Clark con l’ex-Ronnie James Dio Band ed ex-Whitesnake Vivian Campbell (venne in tal modo completata quella che è ancora l’attuale formazione dei Nostri) i Def Leppard fecero uscire, siamo ormai nel 1992, il buon “Adrenalize”. Album assolutamente non paragonabile con i fasti gloriosi di “Pyromania” e “Hysteria”, ma sempre ricercatissimo nei suoni (forse stavolta anche troppo), prodotto impeccabilmente ed ancora tutt’altro che avaro in fatto di soddisfazioni economiche procurate alla band (venderà, in totale, 6 milioni di copie) , “Adrenalize” si lascia, in ogni caso, ascoltare piacevolmente, specialmente durante i suoi frangenti più scanzonati come “Let’s Get Rocked” e “Makin’ Love Like A Man”. Il successivo 1993 vedrà i Nostri partecipare alla colonna sonora del film “Last Action Hero” (protagonista Arnold Schwarzenegger) con la ballad “Two Steps Behind”, la quale fungerà anche da unico inedito presente su “Retro/Active”(1993) , raccolta di b-sides, rarità ed inediti relativi alla “Steve Clark-era”, mentre risale al 1995 l’immissione sul mercato del primo “best of” del gruppo, intitolato “Vault” ed arricchito dalla presenza di una nuova ballad inedita (“When Love And Hate Collide”). 

Il momento di massimo fulgore dell’ “era alternative” poi, e cioè il 1996, coinciderà anche con il completamento e l’uscita del nuovo studio/album dei Def Leppard. “Slang”, però, questo il titolo della release in questione, è un disco tutto sbagliato, il vero capitolo nero della storia degli hard-rockers di Sheffield. Il tentativo di “stare al passo con i tempi” e di “modernizzare” il sound della band, infatti, si risolverà in un fallimento completo, emendato soltanto a metà del 1999 quando, con l’avvento del buon “Euphoria”, i Nostri, sebbene in chiave più “pop-oriented”(ascoltate, a tal proposito, “Demolition Man” e “21st Century Sha-La-La Girl”), e meno ispirata rispetto al passato, torneranno sui propri passi. Il 2001 verrà speso, dai membri della band, in direzione di non pochi impegni “personal-paralleli”: Rick Savage lo ha trascorso nel ruolo di padre, Rick Allen si è dedicato alla sua “Raven Drum Foundation”, Vivian Campbell ha dato vita ai Clock, mentre Joe Elliot e Phil Collen, come Cybernauts, hanno riproposto in chiave hard-rock i vecchi pezzi di David Bowie del periodo “Ziggy Stardust”. 

E’, invece, recentissima (luglio scorso) l’uscita di quello che attualmente è il più recente capitolo della ormai più che ventennale carriera dei Def Leppard. Sulla falsariga di “Euphoria”, “X” (inteso come il numero romano 10 onde indicare il decimo album della band) gli è, però, superiore grazie, indubbiamente, a collaborazioni esterne di tutto rilievo rispondenti ai nomi di Marti Fredriksen (già all’opera con gli Aerosmith), nonché di Andreas Carlsson e di Per Aldeheim (questi ultimi già prodigatisi per N’Sync, Britney Spears e Back Street Boys). “Super-melodie” e ruffiane atmosfere commerciali caratterizzano, perciò, ma sempre in chiave “hard-rock-pop”, un disco che non è certo un capolavoro assoluto ma che, risultando convincentemente fresco e gradevole, ci consegna i Def Leppard in una forma sicuramente più che buona (vedi, ad esempio, “Now” e “Four Letter Word”).

DISCOGRAFIA 
(brevemente commentata)

“On Through The Night” (1980)
Un ottimo esordio, “tra Europa ed America”. La diretta “Wasted” e la pimpante “Rocks Off” su tutte.“High’N’Dry” (1981)
Non bello come il suo predecessore ma “gustosamente AC/DC-iano”. Le “quadrate” title-track e “You Got Me Running” fungono da “highlights”.

“Pyromania” (1983)
Splendido! Ispiratissimo a livello di idee, ricercatissimo a livello di suoni, raffinatissimo in fatto di arrangiamenti e commercialmente molto fortunato. Da avere assolutamente!“Hysteria” (1987)
Un capolavoro assoluto! Suoni “stellari” ed una freschissima immediatezza melodica per un album favoloso anche dal punto di vista delle vendite. Anch’esso, da avere assolutamente!

“Adrenalize” (1992)
Gradevolissimo e commercialmente fortunato ma, probabilmente, un po’ troppo sintetico nei suoni. In ogni caso, un buon album.“Retro/Active” (1993)
Rarità, inediti e b-sides della “Steve Clark-era”.

“Vault” (1995)
Fino ad ora, l’unico “best of” ufficiale dei Def Leppard.“Slang” (1996)
Def Leppard meets alternative rock? Lasciamo perdere…

“Euphoria” (1999)
Un gradito ritorno, in chiave più pop, alle vecchie sonorità (anche se non ai vecchi fasti).“X” (2002)
Sulla falsariga del suo predecessore ma sicuramente nel senso di un pronunciato passo in avanti sotto il profilo qualitativo. I Def Leppard del 2002 sono assolutamente vivi e se la passano tranquillamente bene.

Link: http://www.markopavic.com/italiano/articoli/defleppard.php

i Def Leppard al festival di sanremo: la riviera dei fiori

per sanremo i tempi delle lacrime sul viso colanti rimmel e delle sedicenni che ''non avevano l'età per amare'' sono davvero lontani: si spalancano le porte al rock d'assalto, entra l'heavy metal con i def leppard, ''ospiti d'onore'' del palcoscenico ligure. è proprio vero: la ''febbre del metallo'' sta contagiando tutti: dopo gli europe e bon jovi l'italia è pronta ad accogliere fra i suoi idoli questa ''band'' inglese che con l'ultimo album ''hysteria'' (63 minuti filati di rock duro ben miscelato in sala incisione con effetti di alta e raffinata tecnologia) ha conquistato il mercato europeo e quello statunitense. i def leppard a sanremo sono un grosso avvenimento: un conto è aprire i battenti del regno che fu di. . modugno e claudio villa agli spandau e ai duran, complessi che fatturano un rock da discoteca, spingendo si al massimo fino al commerciale'' funky'', un altro è invitare rappresentanti del genere più'' spinto'', del'' rock'' che'' pretende'' altoparlanti a tutto volume e potentissimi watts. i def leppard sono tornati alla ribalta dopo un. . silenzio di quattro anni. l' ultimo loro album'' pyromania'' aveva venduto 10 milioni di copie, aveva fatto incetta di premi e dischi di platino: con pyromania, i def leppard si erano concessi degli'' assolo'' più puramente'' heavy'' perché il momento musicale richiedeva un impegno in quella direzione. oggi l' accurata metodica lunghissima preparazione in sala incisione è testimone inequivocabile dell' attenzione della band britannica alla conquista del grosso pubblico senza per questo cedere a. . tentazioni commerciali. badare alla pulizia e all' efficacia del sound non vuol dire'' vender si'' e l' heavy metal nato. . nei'' garages'' - secondo leggenda - può rifinir si e completar si il trucco anche con qualche supporto tecnologico.

Link: http://archivio.agi.it/articolo/6c5ceb3a825581a0ccc2ed503e5eea50_19880112_i-def-leppard-al-festival-di-sanremo-la-riviera-dei-fiori/ 

i Def Leppard al festival di sanremo:…(2)

cerchiamo di saperne di più dei def leppard che hanno in joe elliot il ''vocalist'', il cantante che sa ben districarsi sia nei brani più incalzanti che nelle ''ballad'' (''love bites'' e ''hysteria'' i due pezzi ''lenti'' dell'ultimo album). la base ritmica del gruppo è ben sostenuta dagli ''assolo'' del chitarrista collen (protagonisti di ''run riot'' e ''women'' nel disco). sfortunato ed ''eroico'' l'apporto del batterista rick allen che ha perso un braccio in uno spaventoso incidente ed è costretto a spendere tutta la sua tecnica per rendere trascinanti dal vivo le esibizioni dei leppard, malgrado gli inevitabili impacci. i def leppard hanno lanciato alla fine dell'87 insieme ad hysteria due ''singoli'', scegliendo tra i brani dell'album ''women'' (più ''martellante'' e vicino all'heavy di marca) per le platee americane e il più orecchiabile ''animal'' per il pubblico europeo. per i due motivi sono stati curati anche i ''video'' che trovano i def leppard immersi con ''women'' nella romantica atmosfera di amsterdam, e alle prese in ''animal'' con le avventure di un circo dove - fra clown e equilibristi - esplode la carica dei ''riff'' assassini sparati a ritmo di ''gibson'' e ''jackson'', le due chitarre preferite dal complesso. i def leppard a sanremo faranno le ''prove generali'' per il concerto che li vedrà impegnati a milano al ''palatrussardi'' il 22 marzo in tandem con i tesla, una ''band'' emergente capace di sfornare un ''metal'' entrante che non sfigura affatto come ''aperitivo'' al ''piatto forte'' costituito da joe e i suoi. un'altra data dovrebbe completare lo scarno calendario italiano del quintetto britannico (roma, come al solito viene ''snobbata'' come ''piazza scomoda'' dagli organizzatori: solo gli europe, i deep purple e i black sabbath l'anno scorso vi sono approdati. di ronnie james dio…neanche l'ombra). i def leppard dovrebbero essere a firenze il 23 marzo (data da confermare). l' heavy metal a sanremo è comunque una. . pietra miliare per la musica. pensare che nel 1966, mentre nel mondo furoreggiavano beatles e rolling, gli yardbirds -'' antenati'' di questo rock oltranzista - furono'' bocciati'' per colpa del disgraziatissimo impianto di amplificazione che gli fu messo a disposizione….

Link: http://archivio.agi.it/articolo/af8eeb2aa5ccd373aba540ce0cc7582e_19880112_i-def-leppard-al-festival-di-sanremo-2/

Def Leppard

I Def Leppard sono un gruppo hard & heavy britannico formatosi nel 1977 è diventato tra i più famosi e influenti all'interno della corrente New Wave of British Heavy Metal a cavallo tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli ottanta. Ottennero un successo planetario soprattutto nel periodo dal 1983 al 1987. Esordirono all'interno della NWOBHM con un classico heavy metal in stile britannico per poi spostarsi su un hair/pop metal con marcati elementi melodici e AOR. Il loro stile musicale ha consentito loro di vendere oltre 65 milioni di album in tutto il mondo in oltre 30 anni di carriera, divenendo tra gli esponenti più rappresentativi dello stesso pop metal grazie a dischi come Pyromania (1983) e Hysteria (1987). La loro musica divenne un riferimento soprattutto per la scena heavy metal statunitense, più vicina alla melodia e agli elementi AOR.

Def Leppard è una contrazione fonetica delle parole deaf leopard (“leopardo sordo”)

DEF LEPPARD: Joe Elliott, il cantante, ha voluto copiare l'idea del logo della band Led Zeppelin creando il nome Def Leppard, una specie di contrazione fonetica delle parole deaf leopard ("leopardo sordo").

DEF LEPPARD

Non so quanto si debba essere (relativamente) vecchi per ricordare come andavano le cose prima che scoppiasse l’attuale Era dell’Informazione Spicciola. Quasi da un giorno all’altro, siamo diventati tutti figli di Google (non sarebbe male come moniker per una band: Google Children; quasi quasi vado a registrarmelo...). C’è una parola, un nome, una frase, qualsiasi cosa che non conosci, non sai cosa vuol dire, a cosa si riferisce? Bene: ti fiondi su Google, scrivi la parola/frase, fai partire la ricerca e nel giro di qualche click ne sai abbastanza per poterci pontificare sopra con aria saccente. Ma una volta era diverso. Per quanto concerne il nostro campo specifico: non c’erano riviste musicali specializzate, solo fanzines; non c’erano enciclopedie rock attendibili, solo trattatelli scritti da pittoreschi personaggi che di hard rock non sapevano un beneamato cazzo; le radio non passavano musica rock, salvo per qualche scalcagnata stazione FM su cui l’esagitato  DJ metallaro di turno si sfogava con i soliti Deep Purple, Motorhead, Ozzy, Saxon o Iron Maiden; Videomusic mandava in onda uno special ogni morte di papa, e comunque era sempre l’heavy metal a farla da padrone più o meno assoluto. Un deserto, insomma. Ma esisteva, quanto meno, il passaparola. Che in certi casi si svolgeva secondo modalità tortuose e/o contorte.

Questo caso particolare  risale all’inverno del 1985, non ricordo il mese preciso, solo che era inverno e faceva un freddo cane. Mi trovavo ad una festa o presunta tale, in sostanza si trattava di un paio di stanze con della gente che si annoiava facendo finta di divertirsi (o magari si divertiva facendo finta di annoiarsi... tutto è possibile), illuminazione finto-discoteca e – horribile dictu – l’aria satura di merdosa musica pop, di quella che andava forte nelle radio e su DJ Television: Duran Duran, Spandau Ballet, Culture Club, Bronsky Beat, Pet Shop Boys, Madonna... Per il vostro povero webmaster, che da poco era stato toccato dal sacro fuoco dell’hard rock, il sottofondo musicale costituiva ovviamente una sorta di tortura della goccia o un qualsiasi trattamento equivalente, ovvero: un sadico, lento stillicidio, dapprima semplicemente fastidioso, poi sempre più doloroso e insopportabile, quel genere di cosa che, se hai le mani libere, ti induce alle azioni più drastiche e magari turpi per porvi termine. In quella circostanza, la soluzione sarebbe stata – drastica e per niente turpe – andarsene via, ma... C’è sempre un “ma”, da qualche parte. Il mio, era alto circa sul metro e sessantacinque, castana, jeans aderenti, un bel nasino all’ insù... Le giravo attorno, cercando di attirare la sua attenzione e quando finalmente riuscii ad attaccare bottone, si finì per parlare di musica, a lei piacevano tanto gli Wham e sopratutto George Michael, (quando partì “Careless whispers” cominciò letteralmente a sbrodolare): ma che ragazzi allegri, che bella musica, ti mette la gioia di vivere addosso... Ah, feci io, ma tu non hai mai sentito i Ratt o i Mötley Crüe. E chi cavolo sono?, chiese lei. Ed io cominciai a far sfoggio della mia ancora molto lacunosa cultura rock, provando a farle capire che quella roba era sì heavy metal (nessuno ci aveva ancora insegnato a chiamarlo class metal, hard melodico o AOR), ma non lo stesso heavy metal che facevano gli Iron Maiden, che lei naturalmente conosceva e ovviamente schifava. Mentre sgranavo nomi (molti a sproposito) come una mitragliatrice, con il palese scopo di impressionarla (favorevolmente, mi auguravo), una voce disse: «E i Def Leppard?». Mi voltai. Accanto a noi, senza che me ne fossi reso conto, s’era piazzato un tizio dai capelli indecentemente corti (i metallari, a quei tempi, dovevano ostentare lunghe criniere, pena la scomunica), che doveva aver ascoltato tutta la mia tirata. Pensai che mi stesse prendendo per il culo, che volesse sfottere o farmi fare una figuraccia con la ragazza. Gli lanciai un’occhiata poco amichevole mentre in testa mi risuonava la terribile domanda: chi cazzo sono ‘sti Def Leppard? Venni salvato in corner quando un’altra ragazza arrivò e se lo prese a braccetto, portandoselo via. Non lo notai più, quella sera. La ragazza dal bel nasino all’insù si fece abbordare da un altro e cominciò a dimenare il sedere tutta felice e contenta al ritmo di “Wake me up before you go go”, ed io rimasi a rimuginare su quel nome: Def Leppard... Il pomeriggio dopo, andai nel solito negozio di dischi e mi misi a frugare nello scaffale dell’ heavy metal, di cui presumevo di conoscere benissimo il contenuto, e che mi venisse un colpo se c’avevo mai visto questi Def Leppard... Invece, ecco saltare fuori un LP con quel nome stampato sopra: aveva in copertina quello che pareva un grattacielo in fiamme ed un titolo coerente: ‘Pyromania’. La data era: 1983. Il produttore, lo stesso degli AC/DC, Mutt Lange. Uhm... Dubbio amletico: lo prendo o no? Erano tredicimila delle vecchie lirette o giù di lì. Pensa e ripensa, valuta, un po’ di addizioni e  sottrazioni e il disco infine era mio. E quando infilai le cuffie e la puntina si avviò lungo i solchi di quel piattone di vinile nero... Beh, non ho mai più rivisto quel tizio, non ho mai saputo come si chiamasse, ma se mi sta leggendo, oggi, e ricorda una serata di ventitre anni fa, sappia che mi considero debitore di un favore nei suoi confronti, se non fosse stato per lui avrei scoperto i Leppard come minimo con un paio d’anni di ritardo, quando con ‘Hysteria’ tornarono finalmente a farsi vivi dopo un lunghissimo blackout.

Al di là dell’aneddoto personale, per parlare dei Leppard sarebbe forse più giusto concentrarsi proprio su ‘Hysteria’, che mi pare rimanga il loro album più venduto di sempre, al di fuori di qualche best of. Ma se ‘Hysteria’ rappresentò l’esplosione della band di Sheffield a livello internazionale, e addirittura anche in Italia (ve li ricordate sul palco del festival di San Remo?), è ‘Pyromania’ il vero momento magico, il disco che li consacrò superstar dell’hard rock melodico negli Stati Uniti, il disco che creò uno standard, scopiazzato a destra e a manca al punto che assieme a Bon Jovi e Journey, i Def Leppard costituiscono il terzo vertice di quel triangolo che delimita il suono della grande massa degli act del nostro genere. E’ il loro album “storico”, il vero inizio di una leggenda cominciata in piena New Wave Of British Heavy Metal e che prosegue indisturbata ancora oggi. “Indisturbata” nel senso che tutto quanto è accaduto nel mondo del rock negli ultimi venticinque anni pare non aver toccato la popolarità di questa band. Certo, hanno avuto qualche flessione temporanea delle vendite nel periodo d’oro del grunge e poi hanno tentato anche loro di rifarsi una verginità alternative, ma tutto questo è durato poco, le vendite sono ripartite (magari non proprio al galoppo, ma...) ed il sound è sempre – con gli inevitabili adeguamenti a quanto va per la maggiore nel rock – quello che conosciamo (pur non freschissimo, elettrico e travolgente come una volta, ma, insomma, il tempo passa per tutti, non soltanto per il webmaster...). I Def Leppard ormai non si discutono più, sono diventati classic rock, una delle cariatidi che reggono il tetto del santuario, al punto che MTV si è potuta permettere di organizzare un concerto-tributo dando le loro canzoni in pasto a bands modaiole abituate (immagino) a ben altre alchimie sonore che si sono ritrovate allegramente a suonare “Rock! Rock! Till you drop” e “Pour some sugar on me” nello stesso spirito con cui vent’anni fa i Mötley Crüe rifacevano la “Jailhouse rock” di Elvis Presley...

‘Pyromania’, dunque, è un album “storico”, uno di quei capisaldi che segnano per sempre, indissolubilmente un genere musicale. Un improvviso colpo di genio? Niente affatto. Tanto per cominciare, i Leppard avevano già due (bei) dischi alle spalle. E, dietro il banco del mixer, uno di quei produttori che hanno fatto la storia del rock attraverso i dischi delle bands con cui hanno lavorato: Robert John “Mutt” Lange. Tre anni prima, Lange aveva aiutato gli AC/DC a reinventarsi un suono, producendo quel capolavoro epocale che fu ‘Back in black’, un disco che ha avuto un impatto sul mondo dell’hard rock paragonabile solo a quello ottenuto dal secondo album dei Led Zeppelin e dal primo dei Black Sabbath. Dunque, non è un caso che “Rock! Rock! Till you drop” suoni alla maniera degli AC/DC, ma come se Angus e soci avessero improvvisamente scoperto quella cosa che si chiama “melodia”. Allo stesso modo di 'Escape' dei Journey, 'Pyromania' è anche un capolavoro di produzione, un prontuario per tutti coloro che cominceranno a bazzicare questo territorio appena scoperto, dove la secchezza dei riff va a braccetto con refrain accattivanti e cantabili, un miracolo di equilibrio, potente ma non abrasivo, fragoroso senza essere violento, pop e metal che cominciano a chiacchierare tra loro anziché guardarsi in cagnesco come avevano fatto fino a quel momento. E se in questa dimensione i Def Leppard lasceranno il testimone ai Ratt (che tanto debbono a questo disco) per passare con ‘Hysteria’ ad un discorso sbilanciato verso le frange più pop del genere, non possiamo considerare ‘Pyromania’ semplicemente uno stadio dell’evoluzione. ‘Hysteria’ è un altro capolavoro in tema di produzione, un attacco ben calcolato alle top ten, programmato per un pubblico più generico di quello a cui era destinato ‘Pyromania’, che si rivolgeva piuttosto alle schiere di adolescenti che s’erano lasciati il punk dietro le spalle ed erano alla ricerca di una nuova dimensione nel neonato rockrama ottantiano fatto di dinamismo e allegria. ‘Pyromania’ sembrava calzargli a pennello, era una risposta alle domande inespresse che  permeavano l’alba fulgida dei Big 80’s, la voglia di colore dopo tanti anni grigi e cupi, una risposta urlata attraverso anthem divenuti veri pilastri del genere, da “Rock! Rock! Till you drop” (quel riff magistrale...) a “Die hard the hunter” (il riff saltellante, la ritmica serrata, i flash di tastiere: il metal californiano nasce anche da qui), da “Action! Not words” (con le sue rifiniture di chitarra slide) all’anthem degli anthem, l’unica, inimitabile “Rock of ages”, la canzone che fa battere le mani e i piedi, ballare, sballare... tutto sempre molto AC/DC, ma degli AC/DC  tirati a specchio, laccati e cromati, addolciti dalle tastiere di quel mago del suono pop che fu Thomas Dolby. “Stagefright” è pure esemplare nella sua alternanza di parti abrasive scandite da riff affilati ed un coro raffinatamente melodico, “Foolin’” oppone suggestioni zeppeliniane ad un riff metallico su cui va ad adagiarsi un refrain dai riflessi glam, “Comin’ under fire” è il peso massimo del disco, ma il vigore metallico è sempre stemperato da impasti vocali di marca pop, mentre in “Too late for love” si stende una patina cupa sull’ennesima stesura anthemica. Il futuro sono “Photograph” e “Billy’s got a gun”, più morbide e sofisticate delle altre tracks, gli arrangiamenti già preannunciano la direzione che verrà presa con ‘Hysteria’, le chitarre graffiano meno, alla fisicità si sostituisce la ricerca dell’atmosfera, fascinosa su “Billy’s got a gun”, con il suo riff palpitante ed il pulsare del basso, un’inedita cavalcata notturna e hi tech.

L’eccezionalità di ‘Pyromania’ e le sue vendite stellari in america (ad oggi, nove milioni di copie) fu tale da concedere ai suoi artefici la bellezza di quattro anni di silenzio quasi completo. Fra il 1984 ed il 1987 dei Def Leppard si seppe poco o nulla, salvo che Rick Allen aveva perso un braccio in un incidente d’auto e si stava facendo di tutto per reinserire il batterista nella band grazie ad un set particolare di tamburi coadiuvato in maniera robusta dall’elettronica, mentre si era al lavoro su un nuovo album che col passare del tempo stava diventando fantomatico quasi come ‘Chinese democracy’ dei Guns N’ Roses. I Leppard, dopo la fase di pre produzione guidata dal solito Mutt Lange, furono costretti ad un temporaneo stop dall’improvviso forfait del loro produttore, stressato dal superlavoro. Decisero allora di farsi produrre da Jim Steinman, l’architetto del sontuoso ‘Bat out of hell’ di Meat Loaf, ma dopo due mesi passati in studio si dovette rinunciare e buttare via tutto quanto era già stato registrato a causa di mai meglio precisate “manie di grandezza” di Steinman. Si ricominciò a lavorare con Nigel Green, ma arrivò l’incidente a Rick Allen che bloccò di nuovo tutto finché nel 1985 un Mutt Lange rigenerato tornò dietro il mixer per la terza, definitiva, lunghissima registrazione del disco, conclusa solo nell’agosto del 1987: quattro anni e mezzo dopo ‘Pyromania’!

‘Hysteria’ è probabilmente il disco meglio prodotto nella storia dell’hard rock. Forse è troppo lungo (verrebbe quasi voglia di definirlo “mastodontico”), e il vigore elettrico di ‘Pyromania’ non è qui proprio un ricordo, ma in più di una circostanza la band mantiene basso il volume delle chitarre, e sopratutto satura lo spazio sonoro di impasti vocali che si sovrappongono, si fondono, si intrecciano di continuo diventando l'autentico tessuto connettivo delle canzoni. Joe Elliot cambia il proprio stile di canto, abbandonando i toni rauchi e urlati per passare ad una sorta di falsetto che in certi momenti porta l’ascoltatore distratto a scambiarlo per Robin Gibb... Eppure, lo spessore e la qualità della produzione e del songwriting sono tali da mettere in secondo piano il calo di voltaggio. ‘Hysteria’ è un masterpiece come il suo predecessore: non si limita a fotocopiare quanto di buono era già stato messo a punto, ma lo moltiplica per dieci e contemporaneamente cerca nuove vie in una dimensione più tecnologica, ben esemplificata dai due brani che aprono l’album “Women” e “Rocket”, anthem che giocano le loro carte sull’atmosfera più che sull’impatto, gli arrangiamenti devono aver richiesto settimane di sovrincisioni, il bridge percussivo che spezza “Rocket” sembra non finire mai, è pieno di effetti, voci campionate, licks di chitarra, i cori stupiscono per complessità pur mantenendosi all’interno di una matrice assolutamente pop. Su “Animal” il volume delle chitarre aumenta, il suono si irrobustisce, ma è sempre l’arrangiamento del pezzo la vera chiave di volta, la canzone non fa che girare attorno al refrain ma il tema melodico viene variato con una sapienza ed una classe strepitose, e con un passo così morbido da essere quasi impercettibile. “Love bites” è una power ballad non molto power, dove in più di una circostanza viene da chiedersi se i Def Leppard non siano diventati i Bee Gees: non che prendere linee melodiche in prestito dai signori della Disco anni 70 sia un crimine, però...   Pronto recupero con la grande “Pour some sugar on me”, l’anthem dal riffone zeppeliniano spaccamuri (avete presente il videoclip?), per me il capolavoro dell’album e per la prima volta un deciso ritorno alle atmosfere di ‘Pyromania’, sia pure in un contesto di produzione sempre ultraraffinato. “Armaggedon it” ha un riff portante che rimanda di nuovo agli AC/DC, potrebbe essere ancora un anthem ma tutto fluisce e si scioglie piacevolmente in un refrain delizioso. Qui finiva il lato A del vinile e vale la pena sottolinearlo, perché a quell’epoca nel fare la scaletta di un disco si ragionava ancora in termini di “lato A” e “lato B”, e sulla prima side del disco venivano solitamente concentrati gli episodi che si supponeva più interessanti, di più facile ed immediata presa. Le sei canzoni del lato B non impallidiscono nel confronto con le sei che le precedono, ma la sensazione che le cartucce migliori siano già state sparate permane, naturalmente il tutto rapportato all’eccezionalità del disco, dato che tante bands ucciderebbero per poter vantare nella propria discografia un set come il lato B di quest’album. “Gods of war” ha un intro di chitarre dal sapore celtico che sfuma su un bell’hard melodico dalla base ritmica secca ed essenziale: in qualche momento tornano i coretti alla Bee Gees ma sempre ben inseriti nel contesto; il finale è cupo, costellato di voci campionate. “Don’t shoot shotgun” è un boogie come altre bands potevano solo sognarsi e su “Run riot” tornano le nuance AC/DC a smaltare un telaio cromatissimo in cui riluce anche un bell’assolo heavy metal. Con la title track si ricomincia a battere strade più nettamente AOR. E’ forse l’unica canzone veramente superflua del disco: si poteva eliminarla e non sarebbe cambiato niente. Non che sia brutta: atmosfera, impasti vocali, melodia, tutto è al posto giusto. Ma, a parte una certa somiglianza con “Animal”, è un po’ troppo stucchevole per piacere fino in fondo (almeno a me). “Excitable”, invece, è una delle perle dell’album, una canzone sottovalutata che meritava più attenzione, un pop metal fenomenale, ricco di mille invenzioni. “Love and affection” chiude il disco, una power ballad energetica, magari non originalissima, ma sempre vincente ed efficace, e stupisce come la band, giunta ormai alla dodicesima (!!) canzone, riesca ancora a trovare soluzioni inedite rimodulando il proprio sound senza ripetersi. 

Il successivo ‘Adrenalize’, molto più a torto che a ragione, farà la figura della copia carbone di ‘Hysteria’, ma Joe e compagni erano spompati da anni di tour ed ubriachi di soldi e successo, e più che autocelebrarsi, in quel momento, non credo si potesse fare (ma con quale classe, ad ogni modo). Con ‘Slang’ i Leppard, arruolato il grande Vivian Campbell in sostituzione del defunto Steve Clark, cominceranno a torcersi nei dubbi atroci: ce ne andiamo in pensione, continuiamo a far ballare la gente oppure diventiamo anche noi alternativi/incazzati? Dopo undici anni, almeno fino al recente ‘X’ ed al cover album ‘Yeah!’, pare che i Leppard non abbiano ancora deciso. In pensione non ci vogliono andare, ma non riescono a decidersi fra il divertimento e l’incazzatura, fra ciò che debbono, possono o vogliono essere. Io mi limito solo a far notare che il loro best of, ‘Vault’, continua ancora oggi a vendere a carrettate negli States. Forse Joe Elliot dovrebbe piantarla di ascoltare la radio cercando di stare al passo con chi ha vent’anni meno di lui e rimettere nello stereo proprio ‘Pyromania’: se la gente preferisce continuare a risentire "Rock of ages" anziché una qualsiasi canzone di ‘X’, un motivo ci sarà pure...

Link: http://www.aorarchivia.com/pag26.htm

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